FUTURESHOE
Storia # 1 / 2016

AtomLab ha presentato al SIMAC 2016 a Milano la sua visione del possibile scenario della fabbrica di calzature del domani. Partendo da una rivisitazione della scarpa in chiave di semplificazione e di ottimizzazione in funzione del processo produttivo, il nuovo concept di fabbricazione è stato presentato nelle sue tre fasi principali: taglio dei componenti della tomaia, cucitura e assemblaggio finale con la suola. Le tre fasi sono state organizzate in spazi diversi della fiera e la distanza fisica tra questi spazi, rappresentativa di un’effettiva realtà produttiva, è stata colmata con robot mobili a guida autonoma di ultima generazione che fungono da sistema logistico di fabbrica e che garantiscono la consegna dei semilavorati da un “reparto” all’altro.
Il processo parte dall’area ATOM nel quale è gestita la raccolta “on demand” degli ordini di produzione; i pezzi tagliati sono accompagnati da un “gettone elettronico” che trasferisce l’ordine di produzione alla giunteria. Ordine e materiali sono trasportati da un robot mobile. Nella giunteria i pezzi tagliati sono trasformati in tomaie, ognuna delle quali è elettronicamente identificata da un’etichetta RFID prima di essere affidata ad un secondo robot mobile per il trasporto all’area assemblaggio.
La fase finale del processo è il cuore di FUTURESHOE; all’arrivo dei semilavorati dalla giunteria le tomaie sono identificate tramite l’etichetta RFID di cui sono dotate e il processo di fabbricazione ha inizio. L’assemblaggio della suola e della tomaia è fatto per incollaggio ma gli attori principali del processo non solo operatori umani ai quali sono solo affidate le operazioni iniziali di inserimento della tomaia sulla forma e di pressatura della suola; i protagonisti sono due robot ABB che lavorano all’unisono. Il primo è un convenzionale robot industriale di piccola taglia (IRB1200) che ha il compito di prelevare le suole dal magazzino secondo le indicazioni del sistema software di gestione della cella. Il ruolo principale è affidato invece al rivoluzionario robot cooperativo YUMI a due braccia (già visto a EXPO 2015 nel supermercato del futuro) il quale, lavorando a fianco dell’operatore, esegue una serie di compiti diversi e complessi , manipolando scarpe e suole tra i differenti macchinari necessari a realizzare il processo. In uno scenario così avanzato non poteva mancare la stampa 3D: tutte le forme utilizzate sono state realizzate con stampanti 3D come pure molte delle attrezzature montate sui robot. In poco spazio e poco tempo ATOMLab ha presentato in modo attivo ed integrate in un processo completo, diverse “tecnologie abilitanti” che sono gli ingredienti della fabbrica del domani: produzione “on demand”, tracciatura RFID, robot mobili, robot cooperativi di nuova generazione, stampa 3D e gestione avanzata di processo.